Vino, il tappo si fa con la canna da zucchero. E non saprà mai più 'di tappo'
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La canna da zucchero diventa il tappo di una bottiglia di vino. L’etanolo della pianta tropicale può, infatti, essere trasformato in una bioplastica per "addolcire" l’impatto ambientale del sigillo. Anche se la materia prima arriva dal Brasile e attraversa l’oceano per arrivare in Italia, l’intera produzione del tappo è a zero emissioni di CO2.
Si tratta, infatti, di un viaggio "già pagato" perchè la chiusura Select Bio viene realizzata con un processo brevettato di co-estrusione. L’etilene di cui è costituito il tappo è derivato dall’etanolo della canna da zucchero, una scelta che fa risparmiare anidride carbonica.
Dunque un credito (di CO2) perché la pianta ha già assorbito biossido di carbonio durante la sua vita restituendo ossigeno. In questo modo vengono ammortizzate le emissioni dovute al trasporto..
Inoltre il vino non saprà più "di tappo", grazie alle caratteristiche di permeabilità dell’ossigeno della chiusura, si evita uno dei maggiori problemi legati al confezionamento dei vini.
Il sapore di tappo, a livello mondiale, pesa per il 4-5% sulla produzione delle bottiglie. Anche questo ha risvolti ambientali, perché il tappo difettoso di otto grammi si rende responsabile dello spreco dei tre chili di un’intera bottiglia. Conseguentemente, viene "buttata" tutta l’energia che è stata necessaria per produrre contenente e contenuto, comprese le risorse di terreni e acqua.
Per diminuire ancora di più l’impronta di carbonio, l’azienda si serve di fonti elettriche alternative come eolico e solare. Inoltre, le chiusure Select Bio sono riciclabili al 100 per cento.
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