Solare, i sistemi di accumulo entrano in casa. Parola d'ordine: autoconsumo
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Il fotovoltaico italiano quest’anno sarà un mercato da 1 gigawatt. E anche nel resto del mondo, l’energia del sole comincia a camminare sulle proprie gambe, grazie al calo del prezzo degli impianti. Bloomberg New Energy Finance ha aggiornato al rialzo la sua stima globale per il 2014, portandola a 45 gigawatt, sempre più vicina ai 50 previsti da Solarbuzz, che conta su un mercato da ben 100 gigawatt all’anno già nel 2018.
In cinque anni, secondo Solarbuzz, la potenza fotovoltaica in funzione nel mondo raggiungerà la soglia dei 500 gigawatt, abbastanza da pesare per il 3% della produzione elettrica globale, e nel quinquennio 2014-2018 il giro d’affari dei produttori di moduli supererà i 200 miliardi di dollari.
Installare pannelli sul tetto di casa, in Italia, resta ancora un ottimo affare per le famiglie, grazie alle detrazioni fiscali del 50% in 10 anni per le ristrutturazioni edilizie. Un piccolo impianto da 3 kilowatt con un costo indicativo, chiavi in mano, di 7-7.500 euro, che produce 3.300-4.500 kilowattora all’anno a seconda della latitudine, con gli sgravi si ripaga in 6-8 anni e nel corso della sua vita utile, di almeno 25 anni, garantisce un risparmio netto sulla bolletta di oltre 20 mila euro.
Ma la parola d’ordine per chi installa i pannelli sul tetto è autoconsumo: senza più incentivi è meglio utilizzare il più possibile in casa l’elettricità prodotta dal sole, piuttosto che cederla alla rete. Interessanti sono dunque tutti i sistemi di accumulo domestico, che consentono d’immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno per consumarla anche quando il sole va giù.
Luca Zingale, direttore scientifico di Solarexpo, l’evento fieristico di riferimento per fotovoltaico e fonti rinnovabili, in programma a Milano dal 7 al 9 maggio nei padiglioni di Rho spiega: "Il legame tra rinnovabili e sistemi di accumulo è destinato a diventare sempre più stretto, perché da un lato favoriscono la stabilizzazione della rete, indispensabile alla transizione energetica verso le fonti pulite, e dall’altro perché offrono l’opportunità di massimizzare l’autoconsumo.
Che gli accumuli sono il futuro, d’altra parte, lo mostrano anche diverse ricerche di mercato, come un recente report di Ihs, che prevede una rapida crescita delle batterie connesse alla rete, dai 200 megawatt attuali ai 6 gigawatt nel 2017, per arrivare nel 2020 a 40 gigawatt di potenza totale installata nel mondo.
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