E il taglia-bollette? La bagarre sulle rinnovabili spinge al rinvio dopo le elezioni
dehalfv magazine > News Rinnovabili
"Energia nuova per le Pmi: -10% costo dell'energia per le imprese dal 1° maggio". Era il 12 marzo quando con questa slide il premier Matteo Renzi, nella conferenza stampa sulla "svolta buona", annunciava il taglio della bolletta per le piccole imprese nell'ordine di quasi 1,5 miliardi di euro. La situazione oggi, in realtà, appare diversa. L'intervento normativo, che comunque dovrebbe produrre effetti in bolletta solo dal 2015 o al massimo nell'ultimo bimestre 2014, è destinato a slittare a fine maggio o più probabilmente all'inizio di giugno quando le misure sulle tariffe elettriche potrebbero essere accorpate ad altre che riguardano il credito alle Pmi, diventando dunque parte di un più ampio decreto sulla competitività.
Insomma l'orizzonte sembra essersi spostato oltre le elezioni europee del 25 maggio, data che il premier vorrebbe scavallare sia per mettersi al riparo dalle critiche di chi giudicherebbe il piano come una mera mossa pre-elettorale sia per evitare pericolosi contraccolpi che una revisione degli incentivi alle rinnovabili potrebbe produrre nell'ala più "verde" del Pd.
Del resto proprio lo spalmaincentivi, che allungherebbe negli anni gli incentivi attualmente riconosciuti ai produttori di energia da fotovoltaico e dalle altre fonti rinnovabili, sarebbe un punto ancora da approfondire considerate le proteste che in queste settimane hanno investito il ministero dello Sviluppo economico, provenienti dagli operatori specializzati ma anche da fondi di investimento, private equity, banche che negli ultimi anni hanno investito nel settore.
Il piano del governo punta a ridurre di circa il 10% la bolletta annua che grava sulle Pmi. Un intervento da 1,4-1,5 miliardi che per circa la metà si reggerebbe sulla riduzione degli oneri che oggi vengono sostenuti per alimentare gli incentivi alle rinnovabili.
In realtà una parte delle norme sono già scritte, e sono contenute nel decreto Destinazione Italia approvato dal precedente governo, che già prevede un regime alternativo (ma opzionale) per i produttori di rinnovabile non fotovoltaico. Il nuovo decreto legge modificherebbe in parte queste misure e, in aggiunta, interverrebbe anche sul fotovoltaico allungando di una decina di anni il periodo di pagamento degli incentivi limandone l'entità (da verificare se il tutto sarà accompagnato da un emissione di bond).
Ma, tecnicalità a parte, è un punto delicatissimo. Molti produttori hanno finanziato l'investimento con mutui calcolati sulla precedente durata dell'incentivo e la rinegoziazione dei loro rapporti bancari si rivelerebbe estremamente complicata. Non solo. Nel corso degli anni il settore delle rinnovabili ha richiamato investimenti, anche stranieri, di fondi di private equity e altri strumenti che coinvolgono fondi pensioni, fondazioni, banche, assicurazioni.
DEHALFV azienda leader nella transizione energetica
12/2/2024 | News Marketing
I BENEFICI DELLE COMUNITA' ENERGETICHE
08/2/2024 | News Rinnovabili
Una grande opportunità di sostegno e rilancio alla crescita delle Piccole e Medie Imprese.
IL SOLE ABBATTE LA BUROCRAZIA
06/02/2024 | News Rinnovabili
Solare Termico e Fotovoltaico facile per le famiglie e le imprese assediate dal caro bolletta.