Riduzione bolletta Pmi: dopo la slide a marzo, il 20 giugno arriva il provvedimento
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Venerdì 20 giugno è previsto che il Governo emani un provvedimento con cui si realizzerà una delle promesse contenute nelle slides della conferenza stampa con cui Renzi inaugurò il 12 marzo una nuova era: la riduzione del 10% della bolletta elettrica per le piccole e medie imprese.
Solo che le prime, sciagurate, ipotesi fatte dal Ministero dello Sviluppo Economico prevedevano di trovare due terzi delle risorse necessarie con interventi retroattivi sugli incentivi alle rinnovabili, complice anche una guida più saggia e lungimirante che nel frattempo è subentrata a capo dell’azienda elettrica più importante del Paese, sembrerebbe siano stati definitivamente messi da parte. Di certo una misura inutile che non servirà a rilanciare sviluppo e lavoro. Non a caso l’organizzazione forse più rappresentativa di quelle piccole e medie imprese che si suppone dovrebbero avvantaggiarsi dallo “sconto” in bolletta – la CNA – si è detta contraria a interventi retroattivi, perché ovviamente ha fatto premio la preoccupazione per un colpo mortale per tutti gli associati che sulle rinnovabili avevano investito , che non un elemosina ininfluente e diffusa a pioggia per tutti gli altri.
Si sa, uno sconto del 10% sulla bolletta elettrica in media per quelle imprese equivale a un intervento che pesa per l’1 x 1000 del totale dei ricavi! Quale impresa ne troverà sollievo? Quanti posti di lavoro ricaveremo? In entrambi i casi la risposta più probabile è prossima allo 0. Ci sono 3,8% delle nostre imprese per le quali la bolletta elettrica pesa per più del 3% dei ricavi? Vero. E quelle imprese soffrono di una concorrenza internazionale per cui quel costo è minore? Esistono già le regole a livello europeo per intervenire e in ogni caso si pensi a un intervento mirato e davvero utile.
Ma il problema è che il Governo Renzi sull’energia non ha affatto “cambiato verso”. Al Mise, in continuità con Romani, Passera e Zanonato, anche a Guidi piacciono le trivelle “fossili” e assai meno politiche serie su rinnovabili ed efficienza.
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