Antitrust contro ordini architetti per il calcolo delle parcelle
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Architetti di Roma, Firenze e Torino nel mirino dell'Antitrust. L'Autorità garante del mercato ha deciso di aprire un'istruttoria per verificare l'esistenza di "intese" capaci di alterare la concorrenza nel settore dei servizi professisonali. Al centro della questione c'è la scelta dei tre ordini di pubblicare sul proprio sito istituzionale un metodo di calcolo dei compensi professionali, allo scopo di facilitare il compito degli iscritti dopo l'abrogazione delle tariffe decisa con il decreto «Bersani» e ribadita dal decreto sulle liberalizzazioni varato dal Governo Monti a inizio 2012.
Sotto la lente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è finito un software per calcolare i compensi professionali, che gli Ordini hanno messo a disposizione degli iscritti sui propri siti web.
Il calcolatore consente di definire il proprio compenso compilando una serie di voci già predisposte: importo dei lavori da eseguire, relativa classe e categoria, percentuale di spese previste, nonché selezionando le prestazioni che verranno erogate per i suddetti lavori, ottenendo così un valore dell’importo della parcella, calcolato in funzione delle prestazioni che verranno erogate.
Tutti e tre gli Ordini che offrono il servizio specificano nella stessa pagina web che le tariffe professionali sono state abrogate dal Decreto Bersani (DL 1/2012 convertito nella Legge 27/2012), che il metodo di calcolo costituisce solo uno dei possibili parametri per calcolare il compenso professionale e che l’applicazione di tale metodo di calcolo non è obbligatoria. Per calcolare i compensi, il software utilizza le tariffe professionali vigenti prima del Decreto Bersani.
Gli Ordini di Roma, Firenze e Torino - spiega l’Antitrust - essendo enti territoriali rappresentativi di “imprese”, sono delle associazioni di imprese; quindi i servizi di calcolo dei compensi professionali che essi offrono, costituiscono deliberazioni di associazioni di imprese e, pertanto, appaiono definibili come “intese”.
Tali intese - continua l’Antitrust - sono vietate dalla Legge 287/1990, in quanto suscettibili di determinare, favorire o facilitare il coordinamento dei comportamenti degli architetti in relazione alla quantificazione dei rispettivi compensi professionali, con conseguente alterazione della concorrenza.
Secondo l’AGCM, infatti, i compensi risultanti dai calcolatori proposti dai tre Ordini sono idonei a rappresentare per i professionisti un focal point in relazione al comportamento di prezzo da tenere sul mercato. E quando un organismo rappresentativo di imprese individua prezzi di riferimento, anche se non obbligatori, si possono determinare effetti negativi per la concorrenza, alla stessa stregua dei prezzi obbligatori.
Ciò in quanto - aggiunge l’Antitrust - la mera esistenza di prezzi cui far riferimento si presta, da un lato, a facilitare il coordinamento dei prezzi fra i prestatori dei servizi e, dall’altro, ad ingannare i consumatori in merito alla misura dei livelli ragionevoli dei prezzi. Si tratta - conclude il documento - di una decisione associativa che rientra tra le principali e più serie restrizioni della concorrenza.
Per l'Antitrust non ha alcun valore il fatto che la pubblicazione dei sistemi di calcolo sia accompagnata da avvertenze che danno conto agli iscritti del fatto che le tariffe sono abrogate e che l'uso del calcolatore non sia in alcun modo vincolante. L'Autorità (clicca qui per consultare e scaricare il provvedimento) sottolinea il fatto che "i citati sistemi di calcolo tariffario appaiono strutturati in modo tale da determinare compensi identici per le prestazioni degli architetti, calcolati sulla base delle tariffe di settore vigenti fino all'entrata in vigore del D.L. n. 1/12". E dunque sono "suscettibili di determinare, favorire o facilitare il coordinamento dei comportamenti degli architetti in relazione alla quantificazione dei rispettivi compensi professionali, con conseguente alterazione della concorrenza".
Ora gli ordini hanno 60 giorni di tempo per far valere le proprie ragioni comunicandole all'Autorità. Poi arriverà la decisione finale. Il procedimento deve concludersi entro il 31 luglio 2015.
La decisione dell'Autorità di aprire una istruttoria sugli ordini di Firenze, Roma e Torino non è piaciuta al Consiglio nazionale degli architetti che la giudica come «l'ennesima dimostrazione che la bizantina applicazione delle norme in Italia nasconde la consueta politica (e pratica) di essere deboli con i forti, forti con i deboli".
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