Il cappotto conviene di più, per convincere gli italiani basta parlare di rumore
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Il cappotto fa risparmiare di più, ma per convincere gli italiani bisogna parlate di rumore. E' quanto emerge da un’indagine condotta dal CRESME, che ha permesso di censire lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2) e mettere in luce i benefici che gli interventi di coibentazione porterebbero sia in termini ambientali sia economici e sociali:
- Riduzione annua delle emissioni inquinanti pari a 892.000 tonnellate di CO2 (pari all’inquinamento annuale di 282.000 auto, ovvero all’assorbimento di quasi 30 milioni di alberi);
- Riduzione della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti energetici: 44.600 GWh/anno, ovvero l’8,2% della bolletta energetica nazionale;
- Attivazione di oltre 1,7 milioni di posti di lavoro (nuovi, trattenuti o ripristinati in 10 anni di interventi);
- Costo per lo Stato pari 1,17 miliardi di €/anno.
“Si stima che nei prossimi anni solo il 12% delle superfici esterne sarà effettivamente riqualificato, anche se l’investimento necessario per operare sulla totalità delle superfici si aggira attorno a 11,7 miliardi di € all’anno. – dichiara Paolo D’Alessandris del CRESME – Un costo che corrisponde solo al 15% degli interventi di manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Risulta dunque evidente l’importanza della sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica sul tema”.
Analizzando le richieste di detrazioni fiscali per la riqualificazione (previste al 65% fino a fine 2014), si nota come gli interventi sull’involucro edilizio permettano un risparmio di energia superiore a tutte le altre operazioni (17.276 KWh/anno per la coibentazione delle pareti verticali e 26.909 KWh/anno per quelle orizzontali, contro i 2.610 KWh/anno risparmiati dalla sostituzione degli infissi) ma rappresentino, però, solo il 2,6% degli interventi. L’isolamento dell’involucro è l’intervento che garantisce il miglior mix tra efficienza (costo dell’energia risparmiata) ed efficacia (la quantità di energia risparmiata).
Dal punto di vista dei cittadini, l'indagine rileva che per il 23,3% degli intervistati è necessario risolvere il degrado acustico, a seguire con il 19,8% il degrado atmosferico, la necessità di intervenire sul degrado estetico per il 15,5% degli intervistati e, al quarto posto, quello idro-geologico con il 9,9% di feedback.
Gli italiani percepiscono quindi la necessità di contenere l’inquinamento atmosferico, ma ancora di più quella di tutelare il comfort acustico della propria casa: il 69,5% degli intervistati dichiara di avvertire rumori fastidiosi durante il giorno (moto, auto, animali e vicini di casa), mentre il 44,5% percepisce gli stessi durante la notte. Il 42% delle abitazioni è esposto a fonti di rumore esterno e il 35% a fonti di rumore interno, dalle quali è possibile proteggersi solo attraverso l’isolamento acustico dell’abitazione.
Nell’Ue circa 70 milioni di individui sono esposti a un livello di rumore diurno superiore a 55 dB(A): secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità tale livello di rumore può comportare conseguenze sanitarie rilevanti, quali aumento della pressione sanguigna e rischio infarto. In Europa il 30% dei cittadini è esposto a livelli di rumore notturno che superano i 55dB (A), quasi il doppio del limite raccomandato dall’OMS: è necessario che Istituzioni e cittadini adottino misure, come l’isolamento della propria casa, per contenere quest’inquinamento e assicurare una qualità di vita migliore.
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