I vantaggi della transizione verso le fonti rinnovabili
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La storia dell’energia è sempre stata molto dinamica nella sua evoluzione. L’espressione “transizione energetica” non è nuova: partendo dal XVIII secolo, il passaggio dal legno al carbone, e più tardi al petrolio, al gas e al nucleare sono tutti esempi di transizioni energetiche. Queste transizioni sono state determinate dall’innovazione e dal progresso tecnologico. Sono state lente ma inarrestabili, e il loro impatto sulla società, sull’economia e sugli equilibri geopolitici globali è stato profondo.
Il mondo assiste oggi a una nuova transizione energetica verso le fonti rinnovabili, che si sta rivelando più rapida e dirompente di quelle precedenti. Ancora una volta, questa transizione sta cambiando il settore dell’energia. Il paradigma energetico convenzionale, basato sulla produzione di energia da fonti fossili, non è più sostenibile: non solo per ragioni ambientali, ma anche economiche.
Dagli anni 70, la crescita globale della domanda primaria di energia è stata soddisfatta quasi interamente dai combustibili fossili. Nello stesso lasso di tempo le emissioni di anidride carbonica sono raddoppiate, e la comunità scientifica ha dimostrato in modo inoppugnabile che i livelli di Co2 in atmosfera connessi alle attività antropiche sono direttamente collegati all’aumento della temperatura del pianeta, con gli effetti devastanti che ne conseguono sul clima. Il 2017 è stato l’anno più caldo della storia e gli eventi metereologici avversi hanno causato danni per oltre 300 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti.
Da un punto di vista politico, l’Accordo di Parigi sul clima ha rappresentato un importante passo avanti nella lotta contro il cambiamento climatico. Gli oltre 195 i Paesi firmatari si sono impegnati a ridurre progressivamente le emissioni di gas serra per contenere entro i 2 gradi centigradi l’incremento della temperatura rispetto all’era preindustriale. Malgrado gli impegni assunti dai governi, le politiche in campo non bastano: gli sforzi di decarbonizzazione, ovvero di affrancamento dai combustibili fossili, devono intensificarsi, dai trasporti alla produzione di energia elettrica.
Vi sono tuttavia diversi segnali positivi. Nonostante il ritiro degli Usa dall’Accordo, il sostegno di altri Paesi resta fermo, con ulteriori impegni da parte di aziende e città a ridurre le emissioni di gas serra, a prescindere dalle decisioni dei rispettivi governi. In molti Paesi - come Germania e Italia, tra i primi a promuovere le energie pulite - il consumo di elettricità è interamente coperto da fonti rinnovabili per diversi giorni all’anno. Molte città hanno annunciato la messa al bando dei motori diesel per limitare l’inquinamento atmosferico, mentre l’industria automobilistica sta puntando sempre più sulla mobilità elettrica.
Nel 2017 l’industria delle rinnovabili ha attratto investimenti per 300 miliardi di dollari, dando lavoro a quasi 10 milioni di persone nel 2016 a livello mondiale. Sulla scorta del crescente interesse degli investitori per la finanza sostenibile, l’emissione annua di obbligazioni verdi è passata dai 3 miliardi di dollari del 2011 agli oltre 160 miliardi del 2017 , con un aumento di oltre il 60% solo tra il 2016 e il 2017.
Questi segnali indicano in modo tangibile la trasformazione in corso, che trae impulso soprattutto da quattro grandi dinamiche: urbanizzazione, decarbonizzazione, elettrificazione dei consumi energetici finali e crescita globale della domanda di elettricità.
DEHALFV azienda leader nella transizione energetica
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