Target rinnovabili 2020: bene quasi tutte le Regioni, ma si deve fare di più
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Nonostante le rinnovabili elettriche non crescano in modo significativo in Italia, sappiamo che le Regioni sono già perfettamente in linea per raggiungere il loro specifico obiettivo complessivo 2020 sulle rinnovabili e, addirittura, molte lo hanno già superato.
Ogni Regione italiana, infatti, deve arrivare a un obiettivo entro la fine di questo decennio di quota dei consumi finali lordi di energia coperta da fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento dell’obiettivo nazionale, del 17% che, secondo le ultime statistiche è già stato superato con un dato che si attesta al 17,4%, con 21,1 Mtep totali di energia da Fer (dato 2016).
Lo stabilisce un decreto del MiSE del 15 marzo 2015, definito Burden Sharing che individua, appunto, i target per ogni Regione e Provincia autonoma.
Ricordiamo che rispetto all’obiettivo nazionale, per il calcolo degli obiettivi regionali non sono considerati i consumi di biocarburanti per i trasporti (regolati e pianificati a livello centrale) né le importazioni di energia rinnovabile da Stati membri e da Paesi terzi.
L’obiettivo regionale è costituito quindi dal rapporto tra consumi finali lordi di energia da rinnovabili (al netto dei biocarburanti) e consumi finali lordi complessivi di energia.
Ogni grandezza componente il numeratore e il denominatore di tale rapporto è calcolata applicando la metodologia approvata con il DM 11 maggio 2015.
Il GSE è responsabile del calcolo dei consumi di energia da fonti rinnovabili, mentre ENEA del calcolo dei consumi di energia da fonti fossili.
Al 2016 (ultimi dati disponibili) la Lombardia è la regione italiana con la maggiore produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con un consumo finale lordo di 3.102 ktep a fronte di 19.182 ktep consumati in Italia (ad esclusione del settore dei trasporti), quindi pari al 16% dei consumi da rinnovabili in Italia. Seguono Veneto e Piemonte, con il 10% circa del totale nazionale, più dietro Emilia Romagna e Toscana.
Dal confronto tra il dato di consumo di rinnovabili nelle Regioni italiane rilevato nel 2016 e la traiettoria prevista dal DM Burden Sharing emerge, come detto, che quasi tutte le Regioni hanno superato il valore previsto al 2016 in termini di uso complessivo di FER.
Un certo numero di Regioni nel 2016 ha superato anche il valore previsto al 2020 o attestandosi su valori appena inferiori.
L’installazione e l’utilizzo di impianti a fonti rinnovabili variano notevolmente sul territorio italiano a causa di diversi fattori esogeni.
Rinnovabili elettriche
Il 76% dell’energia elettrica prodotta da fonte idrica è concentrata in sole 6 Regioni del Nord Italia.
Al contrario, si concentra in 6 Regioni del Sud Italia il 90% dell’energia elettrica prodotta da fonte eolica.
Gli impianti geotermoelettrici si sviluppano esclusivamente nella Regione Toscana, dove vi sono determinate caratteristiche del calore endogeno utilizzabili per la produzione di energia elettrica.
Più varia è la produzione di elettricità solare. Infatti la Puglia con 317 ktep è la prima regione per consumi da fonte solare, mentre al secondo posto c’è la Lombardia (208 ktep).
Rinnovabili termiche
Anche gli impieghi di fonti rinnovabili per il riscaldamento variano notevolmente tra le Regioni, per ragioni demografiche, climatiche e territoriali.
Le bioenergie si utilizzano principalmente nel Nord per effetto combinato di una maggior rigidità climatica, ampia disponibilità di risorsa e concentrazione della popolazione.
Nel caso della geotermia, gli impieghi si concentrano in Toscana, Veneto e Campania, dove la risorsa è abbondante per lo sfruttamento a fini termici.
Il contributo delle regioni settentrionali ai consumi di energia solare termico e da pompe di calore è maggiore per effetto principalmente della maggiore concentrazione della popolazione e dei consumi termici.
Nel 2015 (ultimo dato Enea disponibile sui consumi) la Regione italiana con la quota maggiore di consumi finali lordi di energia coperta da rinnovabili è la Valle D’Aosta (80,2%), seguita dalle Province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 63,8% e 43,2%).
Tra le Regioni del Sud, la Calabria raggiunge nel 2015 una quota del 37,6% di energia da Fer, seguita da Molise e Basilicata.
Sebbene quindi i dati, visti nell’ottica regionale, siano al momento confortanti, non va abbassata la guardia, ma anzi dovrebbe essere proprio questo il momento per spingere di più anche con decise politiche locali su un potenziale, soprattutto nel settore dell’elettrico, che resta enorme e va sfruttato in vista degli obiettivi 2030.
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