EOLICO OFF-SHORE, IL PROGETTO AL LARGO DI RIMINI FA DISCUTERE. IN ITALIA È UNA NOVITÀ, L’ESPERTO: “INEVITABILE PER ARRIVARE A 100% RINNOVABILI”
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Un nuovo progetto in ballo con 59 pale al largo di Rimini e Cattolica.
L’eolico off-shore, al largo della costa, è una novità per l’Italia, che ad oggi non ha impianti attivi.
Per il consulente energetico internazionale Alex Sorokin, “non si può parlare di inquinamento acustico”,come dicono alcuni che polemizzano, perché le pale sarebbero a molte centinaia di metri dalla costa. Ed esprime un parere positivo anche per l’impatto sui fondali marini: “Nel mare del Nord, dove l’eolico fuori costa è una realtà sviluppata, hanno constatato che nel tempo – spiega a ilfattoquotidiano.it – le fondazioni delle turbine diventano oasi ricche di flora e fauna, proprio come avviene sui relitti, per cui l’effetto sull’ecosistema non è negativo bensì positivo”. Certo sulla questione paesaggio, l’ingegnere non nasconde che si tratta di turbine visivamente imponenti, “se ciascuna è capace di fornire 5,6 MW significa che il diametro del loro rotore sfiorerà il doppio dell’apertura alare di un Jumbo-jet, si parla infatti di pale lunghe 81 metri, poste su piloni di 125 metri”. Per l’esperto, dunque, l’ideale sarebbe un’installazione lontano dalla costa, perché “turbine grandi vicino ad aree di fruizione turistica non possono che suscitare controversie”.
La Società Wind 2000 incaricata del progetto dichiara che proprio per attenuare la visibilità installerà le turbine più vicine a circa 10-12 chilometri dalla costa, su fondali di 12 metri, mentre le più lontane saranno posizionate 22,2 chilometri su profondità di 32 metri. Gli aerogeneratori non saranno raggruppati ma formeranno tre archi, con una distanza tra una turbina e l’altra di 680 metri, così da non ostacolare la pesca e la navigazione.
La società sostiene che gli investimenti ammonteranno a un miliardo di euro, con un indotto di 100mila lavoratori e la creazione di 200 posti di lavoro permanenti tra dipendenti diretti e indotto. Al di là dei numeri di parte, ad avviso di Soroking, appare chiaro che “se nel 2050 si vuole ottenere il 100% di rinnovabili” e si vuole “garantire l’affidabilità dell’approvvigionamento elettrico bisogna puntare su un mix delle tre principali fonti rinnovabili: sole, vento e acqua“. In questa prospettiva, spiega, “all’eolico off-shore non possiamo rinunciare”.
Ma come far crescere l’eolico? Sulla base dei dati TERNA 2018, l’energia del vento in Italia con i suoi 17.742 GWh rappresenta il 6,1% della produzione di energia elettrica totale che è pari a 289.708 GWh. “Per quanto riguarda la terraferma, sappiamo che i territori liberi con buona ventosità, che si trovano prevalentemente nel Mezzogiorno e nelle isole, cominciano a scarseggiare“, afferma Sorokin.
“Tuttavia non possiamo dire di essere saturi, perché attuando un programma di re-powering, ossia di sostituzione delle turbine obsolete con turbine moderne di potenza maggiore, si può raddoppiare la produzione eolica attuale”, aggiunge.
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