EUROPA: PER LA PRIMA VOLTA PIÙ RINNOVABILI DELLE FOSSILI!
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È davvero un bel sorpasso, quello consumato dal mondo green nei confronti del fossile nella prima metà dell’anno, tanto più che è avvenuto nella nostra vecchia e cara Europa. Nel continente, infatti, per la prima volta l‘elettricità ottenuta da fonti rinnovabili è stata maggiore di quella proveniente dai combustibili tradizionali. Una notizia così positiva da mettere in secondo piano l’innegabile “aiutino” che ha portato al conseguimento di questo traguardo, del quale comunque parleremo nella parte finale dell’articolo.
A certificare il sorpasso è stata la società di ricerca Ember che ha, appunto, condotto uno studio relativo ai consumi elettrici nel primo semestre 2020 nell’Europa a 27. Ebbene, nel periodo considerato le energie rinnovabili hanno generato il 40% dell’elettricità, sorpassando dunque per la prima volta i combustibili fossili, dal cui sfruttamento è stato prodotto il 34% dell’elettricità. Una supremazia, quella del green, che naturalmente non rappresenta solo una circostanza statistica, visto che per il Vecchio continente ha significato una diminuzione del 23% delle emissioni di CO2 nei primi sei mesi dell’anno.
Rinnovabili trainate dalla crescita di solare e eolico
Rispetto allo stesso periodo del 2019 l’energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili è aumentata dell’11%, trascinata dalla crescita del solare e dell’eolico (rispettivamente del 16% e dell’11%). E se nel primo caso a propiziarla sono state le cospicue installazioni di nuovi pannelli fotovoltaici, nel secondo caso la crescita è stata dovuta soprattutto alle condizioni atmosferiche favorevoli, con venti sostenuti che hanno percorso l’Europa nei mesi invernali e primaverili.
Da segnalare come anche l’idroelettrico abbia beneficiato di condizioni atmosferiche favorevoli, sotto forma di precipitazioni superiori alla media nel Nord Europa e in Spagna, che hanno determinato un incremento del 12% per l’energia generata nel semestre. Molto più contenuto, invece, l’incremento dell’elettricità ottenuta con le bioenergie, pari soltanto ad un punto percentuale.
Il calo della domanda provocato dalla pandemia ha colpito il fossile
Dallo studio di Ember emerge poi un fattore significativo, che ci riporta all’importante “aiutino” di cui dicevamo in apertura, ovvero il diverso impatto della pandemia sulle diverse fonti energetiche dalle quali si ottiene l’elettricità, in Europa come negli altri continenti. Infatti, le rinnovabili hanno confermato la loro resilienza, nel senso che una volta installati un pannello fotovoltaico, una pala eolica piuttosto che una diga producono elettricità sempre e comunque.
Dunque, di fronte al calo complessivo della domanda nel primo semestre dell’anno, che poi è stato un autentico crollo nei mesi del lockdown, il corrispondente taglio dell’offerta ha riguardato soprattutto le fonti fossili, il cui sfruttamento si può diminuire o interrompere in tempi brevissimi a seconda delle esigenze del momento. Esattamente quel che è successo nell’Europa a 27 con un calo semestrale del 18% nell’utilizzo dei combustibili fossili e del 32% per quanto riguarda il carbone.
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