EUROPA: SI A EOPLICO DOPO VALUTAZIONE AMBIENTALE E STRATEGICA
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“La necessità di realizzare impianti eolici off-shore in Italia nasce dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2019 (PNIEC) redatto al fine di recepire le Direttive Europee in merito agli obiettivi di ecosostenibilità al 2030. Il PNIEC prevede un obiettivo di crescita minimo (relativamente all’eolico off-shore) di 300 MW entro il 2025 e di 900 MW al 2030. L’impianto proposto al largo di Ravenna (15 e 22 km dalla costa) produrrebbe 450 MW e perciò soddisferebbe in pieno gli obiettivi fissati per il 2025 a livello nazionale” spiegano da + Europa.
“La distanza dalla costa e la tipologia di progetto presentata sembrano essere compatibili con le altre attività del territorio anche se, a livello nazionale, l’impatto paesaggistico sul pelo della superficie marina non è ancora normato: esiste una direttiva UE del 2014 che impone agli stati membri di dotarsi di Piani di Gestione dello Spazio Marittimo entro il 2021. L’Italia, purtroppo, è ancora in fase di recepimento di questa direttiva” commentano.
“+Europa è a favore di interventi che favoriscano la crescita della percentuale dell’energia rinnovabile che oggi, in una fase di transizione verso il superamento dell’uso dei combustibili fossili, ha bisogno di essere sostenuta anche da fonti di energia non rinnovabili, la più pulita delle quali è certamente il gas naturale – proseguono – . Questa fase di transizione va progettata, non subita, e valutata non con le lenti dell’ideologia ma con quelle della scienza e della ricerca; in un rapporto positivo anche con l’industria”.
I
n linea di principio e per quello che si conosce del progetto – afferma Nevio Salimbeni, uno dei portavoce del gruppo ravennate di +Europa – questa opportunità va colta e analizzata con spirito positivo e costruttivo prevedendo ovviamente la realizzazione di studi approfonditi e di una seria valutazione d’impatto ambientale. L’obiettivo è quello di promuovere uno sviluppo economico sostenibile delle aree marine/costiere e di far sì che l’interazione con le attività di terra – dal turismo, alla pesca, alla portualità – sia coordinato in un unico quadro di gestione integrata della costa, delineando un modello sostenibile di economia che non preveda ulteriore consumo del territorio.
Allo stesso modo – conclude Salimbeni – l’idea di fare di Ravenna la capitale dell’energia green (come dice il sindaco De Pascale) è giusta ma va innervata da un’altra scelta fondamentale: la nascita o il potenziamento in quest’area di centri di formazione, ricerca e creazione di lavoro e competenze specifiche – pubblici e privati – che sono elemento centrale di qualsiasi politica efficace di creazione di eccellenze e di lavoro.
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