Minieolico: Nuovo traino per lo sviluppo dell'Energia Rinnovabile
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Con l'uscita definitiva del DM rinnovabili elettriche non fotovoltaiche del 6 luglio 2012 si è finalmente definito il quadro futuro anche del mondo del minieolico.
La nuova tariffa onnicomprensiva che partirà dal 2013 non modificherà nella sostanza quella già presente attualmente e che scade a fine anno (0,30€/kWh x 15 anni).
Possiamo sicuramente dire che per le macchine entro i 20kW sia addirittura migliorativa. Premia certamente i prodotti di maggior qualità perché ne allunga la vita a 20 anni e permette ritorni economici comunque interessanti.
Nella fascia da 1 a 20 kW i 0,291 €/kWh sono un incentivo buono ma, che come vedremo più avanti, non è in grado di coprire i costi di gestione delle piccole macchine indicativamente 1-3kW rendendo di fatto non interessante l'investimento, che al contrario si rivela già remunerativo soprattutto nelle macchine di taglia limite con ritorni economici sui 20 anni di circa 10-12% annuo.
Stessa situazione nelle macchine più grandi da 21 a 60 kW anche se con l'incentivo leggermente più basso di 0,268€/kWh sempre per 20 anni. Qui l'investimento ha ritorni similari ma sconta gli alti costi di acquisto del sistema completo e la difficoltà nell'ottenere aiuti dal mondo bancario.
Crediamo fermamente che il settore sia in grande crescita soprattutto la fascia alta del minieolico e cioè la potenza compresa fra 10 e 60 kW in quanto le attuali normative premiano sostanzialmente solo questa fascia.
Restano i problemi burocratici che attanagliano questo mondo ma non solo, nonostante la chiarezza delle leggi a livello nazionale non sempre interpretate in maniera corretta dai vari comuni.
I 60 MW annuali riservati al minieolico in comune con le macchine fino a 5 MW sono un contingente sicuramente interessante soprattutto perché prioritario e fuori dal registro proprio per le macchine entro i 60 kW.
Pensiamo che certamente quasi metà di questa potenza potrebbe essere impiegata nel settore minieolico con una decisa crescita dai circa 18 MW attualmente installati.
La grande criticità che invece abbiamo è sicuramente quella del credito che in questa fase quasi primordiale del settore non viene concesso e nei rari casi in cui le banche finanziano il progetto chiedono interessi estremamente elevati dal 9-10% che vanificano in parte la quasi totalità degli investimenti.
Le problematiche burocratiche già accennate ed anche quelle relative alla connessione non sempre accettata in zone rurali.
Per il microeolico invece le problematiche sono diverse e legate al fatto che i costi di esercizio anche da parte di Enel per i contatori sono così elevati da assorbire la maggior parte dell'incentivo stesso rendendo l'operazione antieconomica, motivo per cui molti microimpianti vengono semplicemente montati in scambio sul posto senza incentivazione sperando poi, se ci fosse un chiarimento da parte dell'Agenzia delle Entrate, di ottenere un recupero dell'Irpef del 50% su 10 anni, operazione comunque possibile entro Giugno 2013 se non verrà rinnovata.
In questo settore l'Italia ha ottime prospettive, coadiuvate anche da una filiera costruttiva formata da piccole e grandi aziende specializzate nella meccanica e che oggi si riconvertono anche al minieolico.
Come installato siamo indietro a nazioni storicamente più forti ma credo che in pochi anni dovremmo rimetterci in pari grazie anche alla nuova tariffa onnicomprensiva. Abbiamo sia il know-how, sia l'incentivazione, sia il vento necessario per sostenere questo comparto industriale che sta creando moltissimi nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani con altissima specializzazione.
Il micro e minieolico offre anche una grandissima varietà di modelli e tecnologie che sicuramente rappresentano una ulteriore ricchezza di questo comparto.
Generatori orizzontali bipala, tripala e multipala, verticali Savonius, Darreius e misti, generatori sincroni a magneti permanenti o asincroni, tutto quello che la moderna ingegneria può concepire si ritrova all'interno del variegato mondo del micro mini eolico che a differenza del grande eolico può permettersi sperimentazioni anche su piccola scala e magari concepire prodotti di nicchia per categorie particolari di clienti.
Anche i clienti stessi rappresentano la grande differenza rispetto al grande eolico, allargando i possibili target si allargano contemporaneamente anche le zone di installazione ed il numero di prodotti, non più un modello standard più o meno replicato da poche aziende come avviene nei grandi impianti ma tanti modelli completamente differenti a volte quasi personalizzabili per adattarsi ad ogni specifica esigenza.
Nascono così oggetti anche di grande design ed estetica che possiamo esportare anche nel resto del mondo dove facciamo valere non soltanto la tecnica ma anche il gusto tipicamente italiano.
Fonte: Alessandro Giubilio
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