Alluvioni e terremoti, quanto costerebbe assicurare la nostra casa?
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Quanto ci costerebbe assicurare la nostra casa contro alluvioni e terremoti? Ebbene ogni proprietario in Italia dovrebbe sborsare un premio di 73,07 euro per ogni 100.000 di somma assicurata. E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Ania, l'associazione nazionale delle imprese assicuratrici.
Le bombe di pioggia che hanno messo in ginocchio la Sardegna hanno provocato esondazioni, frane, black out e migliaia di sfollati. Non si possono ancora fare calcoli precisi dei danni, ma è certo che saranno ingenti.
Un carosello di catastrofi, dovuti ai cambiamenti climatici, che si susseguono, ormai, da anni
Come a Lipari nel 2012 quando circa 70 mm di pioggia torrenziale in meno di due ore devastarono l’isola. La stima dei danni allora fu di oltre 30 milioni di euro.
La domanda a questo punto è: meglio ricostruire dopo, o investire prima?
A questo proposito si parla sempre più spesso di una copertura assicurativa contro i disastri naturali.
Secondo i dati del rapporto NatCatService, curato da Münich Re, gruppo tedesco di risk management, nel 2011 si sono verificate 820 catastrofi naturali nel mondo, che hanno generato una perdita economica di 435 miliardi di dollari, per un costo assicurativo di 107 miliardi.
Secondo i dati del ministero dell’ambiente è salita al 48% la percentuale di comuni italiani a rischio di alluvione.
Le cose stanno peggiorando il nostro Paese occupa il posto 116 su 173 nella classifica degli Stati più vulnerabili alle catastrofi. In Italia i pericoli maggiori sono connessi all’aumento dei cicloni nel Mediterraneo e delle piogge sulle Alpi, che fanno aumentare il rischio idrogeologico. Apri per vedere le foto
In base allo studio dell’Ania dobbiamo statisticamente aspettarci ogni anno circa 2,6 miliardi di danni provocati da sismi e oltre 260 milioni per piogge ed esondazioni. Il sistema assicurativo dovrebbe avere sempre disponibile 34,2 miliardi di euro, per far fronte pure ai casi eccezionali. Una somma che lo Stato italiano non è in grado di coprire, come ha sottolineato anche il ministro dell’Ambiente Clini. Un gatto che si morde la coda. A meno che la prevenzione non avvenga con una repentina inversione di tendenza, che si basi sul rispetto del nostro pianeta, attraverso l'uso dele energie rinnovabili e della riduzione dei consumi.
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