Un viaggio in 'Baxi', il colosso delle caldaie

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$Zucchero bianco, un \'killer\' invisibile$

Sono le 8,30 del mattino, l’aria gelida ci pietrifica la faccia, a Bassano del Grappa ci sono meno quattro gradi, seguiamo Michele e dopo qualche metro entriamo. “Baxi Spa”, oltre che sull’insegna dell’entrata, lo si legge subito su una torre che tocca il cielo. Intorno ci sono stabilimenti, edifici, uffici con scintillanti vetrate e tanti spazi verdi. Entriamo in un palazzo, sulla porta c’è scritto “Corsi”. E, infatti, appena entrati i nostri sguardi sono rapiti da un gruppo di persone con le giacche bianche. “Sono i Russi”, ci dice Michele.

Di fronte a noi spunta una caldaia da cui fuoriesce un viso, come dire, se si chiama Baxi anche una caldaia può diventare arte.

Arriviamo nella nostra sala, è tutto pronto: videoproiettore block notes, penne, in un angolo caffé, succhi di frutta e pasticcini. E tutto intorno grossi tubi, caldaie e piccoli impianti. Michele Basso si presenta, è il funzionario tecnico commerciale di Brotje, parte di Baxi, parte di un gruppo, il Bdr Thermea.

Un giovane e brillante dirigente che conosce non solo il marchio, ma la meccanica. Dopo la teoria, passiamo in rassegna i numeri da capogiro di questa azienda enorme non solo per fama, superficie occupata, o per numero di caldaie, pompe di calore, radiatori e pannelli solari esportati in tutto il mondo, ma soprattutto per le persone che con passione e dedizione rendono tutto questo possibile. Possibile anche per noi di Dehalfv che distribuiamo questi prodotti nei nostri centri.

Poi arriva il momento di toccare con mano le caldaie, nel vero senso della parola, perchè gli affiliati Dehalfv le osservano, le aprono, le smontano e le rimontano. Imparano a metterci le mani. A conoscerle.

Anche perché si tratta di caldaie collaudate e completamente montate in fabbrica, che arrivano a casa del cliente con la certificazione di qualità e garanzia decennale che resta in capo a Brotje e non all’installatore. Già una responsabilità che di solito spetta agli installatori, con Brotje resta al produttore. Anche perché la probabilità che la caldaia sia difettosa è praticamente pari a zero.

Dopo aver acceso e spento caldaie, ci accorgiamo che è l’ora di pranzo. Andiamo in mensa, nella saletta “vip”, ci accoglie una gentile signora che ci porta una carrellata di ottimi piatti preparati lì, in cucina. Non si tratta certo di piatti precotti, quelli che per capirci si trovano nelle classiche mense aziendali. No, la bistecca di maiale col radicchio è stata infornata qualche ora prima. Insomma è tutto buono. A tavola, infatti, si chiacchiera, ci si diverte, si raccontano aneddoti accaduti durante altre giornate di corsi di formazione Dehalfv.

Stiamo bene, fuori intanto c’è un sole che riscalda, non ci sono più quei meno 4 gradi del mattino, e prima di fare il tour tra le catene di montaggio, ci godiamo la vista mozzafiato delle montagne con le vette innevate che ci circondano. E’ splendido. Ma si fa tardi, è il momento di indossare i giubbottini catarifrangenti. Entriamo nello stabilimento. Non c’è frastuono, ci sono uomini e donne che lavorano con tranquillità. Macchinari, presse, nastri trasportatori. E' un susseguirsi di fasi, componenti che alla fine portano a una caldaia, finita, completa. Tempo di realizzazione: dai 5 agli 8 minuti. Per una caldaia, montata, collaudata, e impacchettata. Et voilà. Alta tecnologia, top gamma.

Alla fine rientriamo in aula, vengono consegnati gli attestati di partecipazione al corso di formazione tecnica Dehalfv e ci confrontiamo su ciò che ognuno di noi porterà a casa. E la riposta unanime è stata che “dopo aver toccato con mano questo prodotto, dopo averne conosciuto la storia centenaria, non vediamo l’ora di proporre la caldaia Brotje, perché se si deve montare una caldaia, è questa che va montata”.