Rifiuti, in Italia il 43% finisce ancora in discarica, nel resto d’Europa solo riciclo
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Rifiuti: da una parte il 43 per cento (in alcune regioni l'80) finisce ancora in discarica dall’altra l’ndustria del riciclo continua a crescere (nel 2012 +2% rispetto al 2011 nel tasso di riciclo imballaggi) e a sostenere settori industriali ( tessile, mobili, carta, vetro) strategici per il Paese. Mentre nelle altre nazioni resto Ue si dice addio allo smaltimento in discarica. E' necessario dunque promuovere il riciclo dei rifiuti e ridurre la percentuale di smaltimento in discarica.
E’ quanto emerge dallo studio annuale "L'Italia del Riciclo", il Rapporto promosso da FISE Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presentato ieri a Roma. Per ridurre significativamente l'attuale quota di rifiuti smaltiti in discarica è necessario adeguare il quadro normativo a quanto previsto dalla Direttiva europea 98/2008/CE.
Nel 2012 nonostante la drastica riduzione dei consumi delle famiglie e della produzione industriale (-6,3%), il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita complessiva (+0,5% in termini assoluti e +2% vs 2011 nel rapporto riciclo/immesso a consumo) che attesta la capacita' di tenuta del settore, sia pur tra le mille difficolta' dell'attuale congiuntura: 7,546 milioni di tonnellate contro le 7,511 del 2011 e le 7,346 del 2010.
Tra i risultati positivi spicca anche il primato europeo dell'Italia per il reimpiego dei materiali ottenuti dalla demolizione dei veicoli a fine vita e il secondo posto per il loro riciclo. Eppure, nonostante questi dati incoraggianti, l'Italia sconta ancora oggi un grave ritardo rispetto alle altre nazioni Ue: conferisce in discarica circa il 43% dei rifiuti urbani, in diverse Regioni anche oltre l'80%, a fronte di altri Paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia) che, dopo aver portato il riciclo a livelli molto elevati e destinato una quota significativa al recupero energetico, hanno ormai detto addio allo smaltimento in discarica.
Insomma c'è tanto da fare. Per raggiungere obiettivi piu' ambiziosi il settore necessita di regole chiare e applicabili e soprattutto di omogenee condizioni e tempi di rilascio delle autorizzazioni ambientali.
E' necessario, affermano le associazioni promotrici del Rapporto, che il governo sostenga una seria politica di supporto allo sviluppo del riciclo dei rifiuti che lo renda effettivamente competitivo in tutte le filiere, sia sull'uso di materie prime sia sul recupero energetico.
Un risultato che si puo' centrare prevedendo idonei strumenti economici, quando necessari, valorizzando l'utilizzo di impianti di recupero di prossimita' (ove possibile), disincentivando lo smaltimento in discarica rendendolo piu' costoso e promuovendo al contempo la qualificazione delle aziende del settore e dei prodotti ottenuti con materiali riciclati.
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