L'Ue lancia la riforma delle politiche dell'aria
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Nuovi tetti di emissione per gli inquinanti atmosferici principali e una direttiva per ridurre l’impatto ambientale degli impianti di combustione di medie dimensioni, con particolare attenzione alle aree urbane. La qualità dell’aria torna nell’agenda europea, con un pacchetto di proposte approvato il 18 dicembre dalla Commissione e che adesso, prima di diventare legge, dovrà passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio dell’Ue.
Un provvedimento frutto di un lavoro di revisione delle politiche attuali durato tre anni, in una corsa contro il tempo per la sua adozione entro il 2013, proclamato dal commissionario all’Ambiente Janez Potočnik “Year of air”, e pochi mesi dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha ammesso il legame tra aria inquinata e tumore.
Sei sono le sostanze inquinanti prese di mira, tutte molto dannose per la salute umana, per le quali si prevedono nuovi limiti di emissione nazionali al 2020, 2025 e 2030 attraverso un aggiornamento della direttiva NEC (National emission ceilings). Ci sono “vecchie conoscenze” come il diossido di zolfo e gli ossidi di azoto, prodotti da centrali elettriche, riscaldamenti domestici, industria e trasporti navali: il primo è il principale responsabile delle piogge acide, i secondi della proliferazione eccessiva di alcune piante a causa dell’alta concentrazione nell’acqua e nei suoli di nitrati e fosfati. Tetti precisi saranno previsti anche per i composti organici volatili, emessi dai solventi usati in molti settori industriali e per l’ammoniaca, derivante dall’allevamento e dall’uso di fertilizzanti, anch’essa con forti impatti sulla salute umana e gli ecosistemi.
Quattro “sorvegliati speciali” a cui la Commissione vuole aggiungerne altri due: il metano, uno dei principali gas serra causa anche dei cambiamenti climatici, e il particolato 2,5 (PM 2,5), le polveri sottili emesse da trasporti, produzione energetica e riscaldamento all’origine di problemi respiratori e cardiovascolari, e di tumori. Per adesso non verranno invece cambiati gli standard di qualità dell’aria, ossia i livelli massimi di concentrazione in atmosfera dei singoli inquinanti: «In questa fase – spiega Potočnik - vogliamo puntare a ridurre le emissioni di queste sostanze alla fonte, in modo da creare le condizioni per poter ridurre in un secondo momento anche le soglie massime di concentrazione», contenute in un’altra direttiva che al momento non verrà cambiata.
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