Leroy Merlin in ritardo sulla sostenibilità, ma visione di lungo periodo è green
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La catena Leroy Merlin vanta solo per il 9 per cento dei prodotti venduti nei 47 punti vendita in Italia il prefisso “eco”. Insomma il colosso è in ritardo
sulla sostenibilità. La catena è presente con il marchio Leroy Merlin, che insieme a Bricocenter, Bricoman, Bricomart, Aky, Weldom, DomPro, Zodio e Kbane forma il grande gruppo Adeo, al primo posto in Europa e al terzo nel mondo nel settore del bricolage.
Negozi di varie dimensioni, i più grandi sono quelli contraddistinti con il noto marchio bianco-verde: magazzini enormi con decine di migliaia di prodotti per il fai-da-te, dalle vernici alle lampadine.
Ma per ambiente ed ecosostenibilità, assortimento a parte, si comincia a vedere qualche risultato e soprattutto una visione di lungo termine, a giudicare dall’ultimo Bilancio di sostenibilità di Leroy Merlin Italia.
I cambiamenti più tangibili si notano nel campo delle risorse. L’81% dell’energia utilizzata nei punti vendita proviene da fonte rinnovabile (il 75% è idroelettrica) e da Lissone (Mb) è iniziata l’installazione di impianti fotovoltaici, che entro la fine dell’anno dovrebbe estendersi ad altre quattro sedi. Nel 44% dei negozi l’insegna è illuminata con Led.
Insomma un cambio di rotta significativo.
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